Il presidente della Provincia attacca quei sindaci che non sono allineati con la governance dell’Acquedotto
TERAMO – Non si fa illusioni, Diego Di Bonaventura, nè da presidente della Provincia nè da sindaco di Notaresco, sul bilancio o sulla situazione economica della Ruzzo Reti, ma sa individuare l’origine: “Il consorsio dell’Acquedotto è in difficoltà, è vero, ma lo sapevano tutti dal 2010-2011 quando, nelle ultime assemblee la classe dirigente che ha governato per tanti l’Acquedotto, capì che non era più possibile gestire il consorzio che amministra l’acqua pubblica come si faceva allora“.
Chi (il Partito Democratico) vuol capire, capisca.
L’attacco stavolta è diretto, dopo le schermaglie degli ultimi giorni a suon di documenti, tra Cda, schema di bilancio da approvare oggi in assemblea dei soci (i Comuni) e critiche dell’Ersi. Di Bonaventura è chiaro: “Non ci sto a permettere a qualcuno di riscrivere la storia – ha detto alzando i toni -. Se fossi in chi ha governato all’epoca mi starei zitto e farei proposte, senza cercare visibilità politica. Loro parlano oggi del Ruzzo, quegli stessi che hanno approvato all’unanimità, in passato, la nomina di amministratori tecnici, e che non preferiscono parlare dei veri problemi di questa provincia, l’autostrada A14 e una ricostruzione che non parte: lo chiedano alla loro amica ministra De Micheli perchè nell’ultimo decreto sisma non c’è nessuna delle richieste dei sindaci…“
Di Bonaventura si lascia andare anche a qualche sorriso per la verità, quando mostra alla stampa la relazione al bilancio dell’Ersi, “copiato e incollato sul documento della Saga…”. Poi torna ad affondare: “Ce lo dicano i 4 o 5 sindaci, perchè sono loro che fanno politica non tutti i 13 di centrosinistra, come fare a non ricorrere agli interinali: sapete cosa fanno? Garantiscono la sicurezza dei depuratori e puliscono le condotte. Non li prendiamo più? Bene allora che sbloccassero le assunzioni, ma nemmeno quelle“.
“Oggi stiamo risanando quel debito che hanno creato loro (il Pd, ndr) direttamente o indirettamente e oggi loro parlano anche di bollette aumentate: certo, con 106 milioni di euro di debiti come si potrebbe fare a risanare. Faccio una proposta: questi stessi sindaci annullassero il credito nei confronti del Ruzzo, così le bollette costerebbero molto meno...”. Il presidente ha anche ricordato che sul costo delle bollette incidono 1,6 milioni di euro di costi per le analisi sull’acqua “per colpa del Traforo e di terzi, sui quali non si prendono provvedimenti“.
Annunciando che farà svolgere in pubblico, forse ai Giardini Pannella, la prossima assemblea dei sindaci dell’Assi, Di Bonaventura ha chiesto che provocherà i primi cittadini, quelli stessi che contestano il Ruzzo, di unirsi alla protesta a Roma tutti insieme con le fasce, contro la mancata partenza della ricostruzione e contro il caos in A14.